giovedì 11 dicembre 2008

Un nuovo Icaro

Ultimamente mi sono riletto alcune delle cose che ho scritto su questo blog, e in effetti mi sono accorto di quanto alcune di esse, seppur profonde e pregnanti di significato, fossero assolutamente DEPRIMENTI.
Quindi mi sono chiesto: come mai noto qualcosa del genere? Non potevo notarlo anche prima? E mi sono risposto che no, non potevo. Non potevo perché forse ero io ad essere deprimente, con me stesso e con gli altri.
Ho capito che adesso sono diverso, adesso sono cambiato: se in meglio o in peggio, questo è tutto da vedere.
O forse è più che altro qualcosa in me ad essere cambiato. Di sicuro mi sento diverso, dotato di diversi sentimenti e diverse emozioni. Anzi, più che diversi, direi totalmente nuovi. Potrei aver raggiunto la tanto agoniata felicità, adesso che ci penso. Oppure potrei essere semplicemente emerso dall'oceano infinito che mi stava sopra e potrei aver preso finalmente aria dopo molti e molti anni. Non che sia così vecchio, ma davvero, era da lunghissimo tempo che non mi sentivo così (sempre che mi sia sentito così in passato). Finalmente vedo la distesa d'acqua da un diverso punto di vista: prima vedevo solo quella ed il fondale marino; ora vedo anche il cielo, le nuvole, prima indistinguibili da sotto il mare; le coste, le montagne. E nuova vita si mostra di fronte ai miei occhi. Si potrebbe quasi dire che ho imparato a nuotare. E non c'è, quindi, in me nemmeno la paura della possibilità di poter tornare giù, inghiottito da un vortice, o da un'onda troppo sospinta dal vento.
Una nuova creatura si fa largo dentro di me. Non so ancora cosa sia, ma di sicuro è qualcosa che mi completa e mi migliora al tempo stesso, anche se magari, non sotto tutti i punti di vista. E mi chiedo, se questa creatura mi abbandonasse prima o poi? Non che io ne abbia il timore, ma per curiosità, cosa accadrebbe? Mettiamo il caso che questa creatura riesca a farmi spiccare il volo, e poi, ad un tratto, mi abbandonasse: quale sarebbe, dunque, la mia sorte?
Non sono come Icaro... Lo so, me lo sento. Sono in grado di controllarla questa creatura, ed essa non farà più pazzie, non mi lascerà ad impazzire, o addirittura a morire. E anche se lo facesse, non importa. Il mio scopo è finalmente raggiunto. E che la gente lo sappia o no, non mi cambia nulla. L'importante è che lo sappia io.