giovedì 31 luglio 2008

Buone Vacanze!

Come promesso eccomi di nuovo qui a rompere le scatole.
Prima di tutto perché domani fra circa 24 ore parto per andare al mare. 15 giorni di puro relax. Forse. Speriamo.
Poi perché, sempre come promesso, ho la "piccola sorpresa" di cui parlavo ieri.
Visto che in questo periodo, lasciatemelo dire, non ho avuto niente da fare, mi sono inventato un gioco. Non è molto interattivo (non sono capace di programmare in flash, quindi ho usato semplici pagine web e linguaggio html a volontà) però potrebbe essere utile ad approfondire qualcosa su C³ (lo so, ultimamente è la seconda mia ossessione (dopo Lost)). Avrete la possibilità di scoprire qualcosa di più sulla Seconda Parte (di prossima "uscita") e magari di svelare qualche segreto che non verrà mai svelato... Ma spesso le informazioni dovrete sudarvele!
Per provare a giocare, vi basterà andare QUI. Dopodiché seguite le istruzioni e... giocate =).

(P.S.: vi conviene leggere i primi 7 capitoli, prima di giocare)
Visto che sono buono... vi posto anche i titoli dei prossimi 5 capitoli (quelli che ho già scritto); per poterli leggere, però, dovrete aspettare ancora un po'.

 

Capitolo 8: "Un Altro Futuro"
Capitolo 9: "L'Altro Passato"
Capitolo 10: "Inaspettati"
Capitolo 11: "L'Altro Me Qui Presente"
Capitolo 12: "Spazio e Tempo"

 

Comunque i titoli potrebbero ancora cambiare... Diciamo che (tranne qualcuno) sono ancora provvisori.
Ora tolgo definitivamente il disturbo (almeno per due settimane).
Ciao! E buon inizio (o continuazione) di vacanze!

mercoledì 30 luglio 2008

C³ 10 mesi dopo

Sono trascorsi 10 mesi, ormai, dal 30 settembre 2007, giorno che, in un certo senso, ha cambiato un po' la mia vita.
Per chi non se lo ricordasse (o chi non lo sapesse proprio) quel giorno fu il giorno in cui tutto ebbe inizio. Tutto forse è un po' esagerato. Diciamo un bel capitolo (è la parola giusta) della mia vita.
10 mesi fa nacque "The Project". Per un mese, giorno più, giorno meno, ho stressato la vita di quante, una decina di persone, forse? Forse di più? Ma non importa. Ero andato avanti nel non dichiarare fin da subito in cosa consistesse il "Progetto". Per paura che non avrei rispettato la parola data, che non l'avrei mai terminato. E poi, un mese dopo (che cambiamento può avvenire, poi, in 30 giorni?), lo dichiarai. Un libro, un romanzo. Una storia originale, che credevo (e credo tutt'ora) bella, stupenda.
Trascorsero 3 mesi e mezzo prima che cominciassi a postare sul blog i primi capitoli. E con il primo capitolo, comunicai anche il titolo: C³ - The_Project. Nel giro di un mese i primi 7 capitoli (la Prima Parte) erano sul blog. Non so esattamente in quanti li lessero. Credo che solo due persone riuscirono a terminare la Prima Parte, i primi 7 capitoli. Gli altri lessero il primo capitolo, magari. Altri andarono più avanti, ne lessero 2, 3, 4... Non so il perché di questo scarso numero. Forse mi ero fatto poca pubblicità... Forse troppa...
Forse quasi nessuno era intenzionato a cominciare a leggere qualcosa che, nel giro di un mese, sarebbe stato interrotto, magari con numerose domande non risposte. Forse per evitare una "Sindrome da Lost", per essere concisi. O forse perché non interessava molto. O le caratteristiche del romanzo (trama a parte, credo) non erano ben sviluppati.
Potrebbero esserci milioni di motivi, e non mi va di rompere elencandoli tutti. Quindi, riprendo il discorso...
Dopo dieci mesi, quindi... Dove sono arrivato? Me ne sono stato lì a girarmi i pollici e a fregarmene del romanzo? Anche se potrebbe sembrare, la risposta è no. Ho continuato a scrivere. Alcuni periodi saranno stati poco produttivi (vuoi per gli esami, vuoi per altre cose), ma l'ultimo periodo, l'ultima settimana è stata fantastica. In conclusione, 5 capitoli della Seconda Parte sono praticamente pronti, e sento che non mancherà molto agli altri 2 o 3 in modo da concludere questa Seconda Parte.
So di non essere molto bravo con le stime (inizialmente pensavo di poter finire tutto in 3 mesi... ma lasciamo perdere) però credo che, se li periodo dovesse continuare così come sta andando tutt'ora, direi che per il mese prossimo dovrei essere pronto con la Seconda e penultima Parte del romanzo.
Quindi, se avete voglia di cominciare questa avventura con me... Beh, questo è il momento di andare a riprendersi la Prima Parte e di darle una lettura (la trovate scaricabile anche qui sopra). Se invece siete stati già "iniziati" a questa storia... Beh... Ne riparleremo domani, ho una piccola sorpresa.
Prima di lasciarvi, ho un piccolissimo annuncio: il titolo del romanzo sarà, d'ora in poi, solo "C³" (vedrò se potrò, in qualche modo, riciclare il "The_Project"); tuttavia nei file qui sopra, il titolo continuerà ad essere quello precedente. Almeno per un mese!
Ora vi saluto. A domani!
Ciao!

venerdì 11 luglio 2008

Speciale

L'altro giorno pensavo (e forse è meglio se lo faccio meno spesso, vista la lunghezza del post) al significato di "essere speciale": quando una persona è speciale? E quindi cosa rende una persona realmente speciale?
Ogni giorno i media ci mostrano film, serial, anime, manga, giochi con persone inseguite da mostri, disperse su isole tropicali, che scoprono di essere super eroi, il cui compito è uccidere vampiri, costrette a vagare in vari mondi assurdi, in grado di ucciderne altre scrivendone il nome su di un quaderno, impegnate a lottare contro le forze del male... E quindi lo spettatore medio, vedendo tutte queste cose, pensa "Quelle sono persone speciali!". In fondo, se la storia vede questi personaggi come protagonisti, allora devono essere davvero speciali.
Ma cosa succede se lo si vede "al contrario"? Succede che non è la storia che racconta le vicende dei protagonisti. Paradossalmente ci rendiamo conto che i protagonisti sono stati scelti per essere speciali e, di conseguenza, la storia non diventa altro che una finestra sulle vite di questi individui. Sono i personaggi che, essendo speciali, creano la storia.
Per fortuna questa è solo la finzione, una finzione che, però, ci può aiutare a capire il concetto di "speciale" dal punto di vista di un mondo reale.
Quindi mi sono posto qualche domanda, per prima: "Quante sono le persone speciali?"
Credo di aver individuato tre possibili risposte: siamo tutti speciali; solo in pochi sono speciali; nessuno è speciale.
Se fossimo tutti speciali, ciascuno di noi dovrebbe possedere una capacità (o un insieme di capacità) differente da quella degli altri. È possibile tutto ciò? Ha senso l'esistenza di una capacità particolare, unica per ciascuno di noi, tale da poterci classificare tutti speciali? Giusto per fare chiarezza, non sto parlando di super poteri: possono essere abilità comuni, capacità innate di qualunque tipo, esperienze, sentimenti... In ogni caso, non riesco a trovare una risposta a questa domanda. Quindi passo a quella successiva: "Ammettendo il caso che esistano capacità uniche per ciascuno, cosa accadrebbe?". Beh, accadrebbe che tutti saremmo speciali, tutti in maniera diversa. Ma se tutti fossimo speciali, anche in maniera diversa, allora quella diventerebbe la norma, e quindi il concetto di "speciale" si dissolverebbe nel nulla, cadendo nella pura normalità. E se queste capacità uniche per ciascuno di noi non esistessero, allora avremmo più persone in grado di fare le stesse cose, e quindi le persone non sarebbero più "speciali", perché il concetto si disperderebbe nel concetto di "classe", o "gruppo", o, più brutto, "specie". Quindi, almeno credo, non tutti siamo speciali.
Se nessuno di noi fosse speciale, beh... Allora perché sarebbe nato il concetto di "speciale"? Solo per illudere l'uomo dell'esistenza di qualcuno superiore a noi? E a che scopo, poi? Per tenerlo sotto controllo? Ma non mi sembra che, almeno ultimamente, l'uomo si intimorisca più di tanto delle autorità, divine o legali che siano...
Quindi c'è qualcuno di davvero speciale? Qualche persona, nel mondo? E se sì, perché è speciale?
Essere speciali, in fondo, significa essere fuori dal comune... Ma cos'è "essere comune"? Non lo trovo un concetto così semplice come potrebbe sembrare... È quasi come definire la "normalità": se siamo tutti diversi, individuo per individuo, allora quali sono le qualità comuni che ci definiscono "normali"? Sono le caratteristiche medie? Ma, ricordiamocelo, Senza differenza non ci sarebbe la media... La media è una nostra invenzione, non può definire la normalità. Quindi, paradossalmente, si arriva a dire che siamo "comuni", "normali", solo perché siamo diversi gli uni dagli altri.
Prendendo il concetto di "speciale", si può dire, più o meno banalmente, che non è altro che il concetto contrario di "normale". Ma se siamo normali perché siamo diversi tra di noi, vuol dire che siamo speciali se abbiamo qualcosa in comune tra noi? Se sì, cosa accadrebbe?
Ricapitolando, sembra che qualcuno di speciale esista e l'essere "speciale" dipenda da caratteristiche simili: ma simili a quelle di chi? Probabilmente a quelle di ciascuno di noi: così si verrebbe a creare un concetto soggettivo di "speciale". Ovvero: ognuno di noi trova che una persona sia speciale perché ha caratteristiche, interessi, capacità simili alle nostre.
Tutto sembra quadrare... Sembra logico... E quindi... Chi sono le persone che per noi sono speciali?
Gli amici sono persone con cui andiamo d'accordo; perché vi andiamo d'accordo? Perché abbiamo qualcosa in comune: sono speciali.
L'amore è un sentimento che condividiamo con una persona, con la quale ci ritroviamo ad avere un legame indissolubile: quella persona è quindi speciale.
La famiglia è quell'insieme di persone da cui traiamo le nostre caratteristiche genetiche, le nostre capacità: anche la famiglia è speciale.
E sicuramente ci sono un sacco di altre categorie che sto dimenticando, e mi dispiace.
Quindi non esiste uno "speciale" in assoluto. Non esistono supereroi, demoni, mostri di fumo, come quelli della tv. L'"essere speciale" di altri dipende da noi, proprio come il nostro "essere speciale" dipende dagli altri. Ma la nostra società è così invasa dagli stereotipi che i media offrono, che non possiamo fare a meno che cercare di essere speciali in assoluto. Vogliamo essere speciali, vogliamo avere amici speciali, amori speciali, una famiglia speciale, quando dovremmo accorgerci non solo che queste persone, spesso, le abbiamo già, inteso come uno speciale "relativo", ma anche che la ricerca di uno speciale "assoluto" è vana. È come cercare la perfezione: ci si potrà avvicinare, ma non si potrà mai cercare. E in ogni caso, non è detto nemmeno che lo "speciale assoluto" che noi cerchiamo sia simile allo "speciale relativo" che ci appartiene.
Non so se questo discorso ha un senso... Non so se il concetto di "speciale" possa essere utilizzato in un ragionamento logico... Non so se ho sbagliato qualche passaggio... Non so se qualche passaggio non aveva un senso... Ma se tutto ciò fosse giusto... Se fosse corretto... Allora dobbiamo essere felici di ciò che siamo e di ciò che già possediamo: in fondo, siamo tutti speciali, a nostro modo.