sabato 25 luglio 2009

Gli ultimi tre mesi

Buona sera a tutti quanti, nessuno escluso.
Finalmente dopo due mesi ricomincio a scrivere qui sopra, su questo mio blog.
Tuttavia non saprei esattamente cosa scrivere. Cioè, forse sì. Ad esempio potrei raccontare gli ultimi tre mesi (visto che il post di due mesi fa non è che fosse molto lungo...  Ma tralasciamo).

Il mese di maggio, che dire, è stato fantastico. Ho capito molte cose durante quel mese. Ma soprattutto, molte domande sono venute alla luce, ed è questa la cosa importante, nonostante possa sembrare contraddittorio.
Chi mi conosce davvero, sa bene quanto il sentimento dell'amicizia è importante per me, più di ogni altra cosa, oserei dire (almeno per ora). E durante il mese di maggio, ho avuto la conferma di aver conosciuto, in università, delle persone davvero eccezionali, speciali, tali che per me, perderle sarebbe una tragedia. Con queste persone, anzi, con parte di loro, purtroppo, ho vissuto due dei giorni più belli della mia vita: la gita al CERN. Esperienza fantastica che acquista ancora più valore per uno studente di fisica. E nonostante questi giorni stupendi, un brutto presentimento si aggirava dentro di me, presentimento che già da tempo portavo con me.

Giugno, per alcuni aspetti, è stato anche meglio di maggio. Soprattutto i primissimi giorni: gli ultimi giorni di lezione. Tutti con moltissimi pensieri per la testa: oltre agli affari propri, ciascuno deve preparare esami, chi più chi meno, cercando di dare anche più spazio possibile alla propria vita. Quindi, nonostante tutti questi pensieri, l'essere riusciti ad organizzare una festa con quasi tutto il gruppo di amici è stata la cosa più incredibile che io abbia mai visto. Niente di paragonabile a tutto ciò che ho visto al liceo: lì le feste erano solo per perdere qualche ora, mangiare qualche schifezza e, comunque, rimanere sempre nei soliti gruppi separati. Nel nostro caso, abbiamo passato le prime due ore da delirio, perché qualcuno pensava ci fosse una lezione, che non c'era... XD. Dopo l'appello di informatica (tempo netto: 25-30 minuti) ci siamo riuniti prima in un'aula vicina per poi, a seguito di una vera e propria missione impossibile, raggiungere la Calvi nel suo ufficio a farsi quattro risate (e a consegnare le relazioni di laboratorio). Quindi abbiam mangiato: chi pollo arrosto, chi panini, chi focaccia con pancetta, patate e "giusto un pizzico di pepe"... Immangiabile... Il pomeriggio ci siamo ritrovati a mangiare altre schifezze e a giocare a UNO, tutti assieme. E poi, con i saluti, i presentimenti sono riaffiorati... Ma non potevo farci nulla, dovevo conviverci.
Proprio il giorno prima di tale festa sono riuscito in un'impresa che consideravo impossibile per i miei standard: sono riuscito a conoscere molto meglio una persona speciale. Sapevo che era speciale, ma non pensavo fino a quel punto. L'aver conosciuto questa persona a fondo tanto quanto basta mi ha fatto sentire molto meglio. E parlando, molti presentimenti si erano affievoliti. Poi, con il passare dei giorni, ho avuto la conferma di quanto infondati fossero quei presentimenti. Non posso far altro che dire grazie a due persone in particolare. Se prima o poi leggeranno questo post, forse loro capiranno.

Luglio è stato, invece, un mese ricco di riavvicinamenti. Alcuni attesi da un po', altri completamente imprevedibili. Ma tutti mi hanno fatto davvero molto piacere. Ed è stato proprio in questo mese che si è sviluppato di più il mio desiderio di voltare pagina, lasciarsi alle spalle tutto ciò e tutti coloro che considero non importanti nella mia vita. Può sembrare una scelta un po' strana, azzardata, ma più vado avanti più capisco che mi devo concentrare solo sulle persone che davvero contano qualcosa per me, che non sono necessariamente le persone con cui ho vissuto cinque o più anni della mia vita. E poi devo concentrarmi su un'altra persona, un individuo che fino ad adesso non avevo tenuto in considerazione: me stesso. È solo valorizzando me stesso che riesco a valorizzare il mio rapporto con coloro che sono importanti per me.
E inoltre a luglio ho preso dei gran bei voti, culminati con un bel 30 in Fisica! Yuhuu!

Per il resto direi che non c'è altro da dire. Gli ultimi tre mesi sono stati decisamente molto produttivi, da ogni punto di vista, e spero che i mesi a venire lo siano almeno allo stesso modo .

sabato 30 maggio 2009

Tomodachi

Non ho più paura di ciò che potrei dire, fare o pensare,
se non quella di perdere qualcuno che non riuscirò mai più a ritrovare.

sabato 2 maggio 2009

Uno scopo

Avevo voglia di scrivere qualcosa, qualsiasi cosa. Ma non sapevo cosa. Quindi mi sono detto: potrei cominciare a scrivere qualunque cosa mi stia passando per la testa, come questo, ad esempio. Poi, parola dopo parola, potrei spostarmi ad un altro argomento, uno qualsiasi, un argomento che magari non si collega assolutamente con quello precedente. La felicità, ad esempio. Beh, forse si collega, però: se ho voglia di scrivere e scrivo, sono felice, perché soddisfo un mio desiderio. Però ero felice anche prima. E la felicità è un qualcosa che non si può motivare, credo. La felicità c'è, punto. È inutile cominciare a chiedersi perché si è felici, perché: 1. è inutile; 2. pensando si rischia di porre fine allo stato di felicità acquisito. Quindi sono felice, lo sono perché lo sono. L'unica cosa è che non lo ero da molto tempo. E intendo dire davvero taaaaanto tempo. Perché non ero felice, prima? Beh, a questo si può provare a rispondere, ma che senso ha porsi domande su qualcosa che si è concluso? Non mi illudo di poter rimanere felice per sempre, anzi... La tristezza potrebbe tornare in qualsiasi momento. Ma che importa? L'importante è essere felici, il più a lungo possibile.
Sono talmente felice che non mi riconosco davvero più. Non sono più il solito triste, depresso, ecc. ecc. (ecciù!) che ero una volta. Lo so, battuta pessima. Ma le mie battute sono sempre state pessime. Anche perché quando non ero felice non facevo battute, quindi non sono abituato a fare battute. Devo riprenderci l'abitudine. Quindi credo sia normale che ogni tanto mi risultino battute stupide. O sbaglio? No, credo di non sbagliarmi.
Comunque, dicevo... Che ho voglia di scrivere qualcosa... Ho già scritto qualcosa, ma sento che non è abbastanza. In fondo, quello che ho scritto non ha uno scopo, ed è questo che vorrei ottenere. Ognuno ha bisogno di uno scopo; o meglio, è in cerca di uno scopo che, spesso non si trova mai. La stessa cosa per gli oggetti, le cose astratte, gli scritti... Ci sono moltissime cose in cerca di uno scopo tutto loro. Purtroppo non sempre questo scopo, questo obiettivo, si trova. Quindi, in questo momento, mi sto illudendo di poter trovare uno scopo a questa roba qui che sto scrivendo; mi illudo perché sono consapevole che difficilmente lo troverò, a maggior ragione perché sto praticamente scrivendo cose a caso.
Ma ho deciso: voglio che lo scopo di questo scritto sia: essere letto. Sì, è uno scopo un po' banale, può sembrare. Ma non lo è. Un sacco di cose che sono state scritte non sono mai state lette. Ma meglio cambiare argomento, ché sto giungendo nel Territorio Proibito. Che poi non è che sia Proibito. È che comunque non voglio parlarne, non qui.
Quindi mi piacerebbe che qualcuno leggesse questo intervento. Non perché me ne freghi qualcosa, ma perché possa raggiungere il suo obiettivo. Avete presente quanto sia difficile raggiungere un obiettivo, dopo averlo trovato? Beh, anche questo povero, piccolo intervento potrebbe avere dei sentimenti. E se sapesse che potrebbe essere letto, e che potrebbe raggiungere il suo obiettivo... Sarebbe davvero felice! Ma se poi non accadesse, potrebbe anche rimanerci male... Quindi, meglio non dirgli nulla... Dite che ha sentito? Boh, speriamo di no... Ahia, mi sa di sì... E adesso? Ci vuole qualcuno che gli dica che è stato letto... Io l'ho scritto, quindi io non conto... Qualcuno gli può scrivere che l'ha letto? Anche se è una finta... Giusto perché almeno così non si offende, non si deprime, et cetera, et cetera... Ok? Ci state? Dai: sia che abbiate finito di leggere o meno, fateglielo sapere... Altrimenti poi lui se la prende con me... Dai! Fategli sapere che ha raggiunto il suo scopo! Non vorreste lo stesso anche voi?

sabato 11 aprile 2009

Dimenticare...

Voglio dimenticare... Ma "non c'è ragione per cui io debba dimenticare"... "La memoria è l'unico possedimento concreto dell'uomo"...
Eppure dimenticare sarebbe la soluzione a tutti i miei problemi, alle mie fissazioni... Così come tutti hanno dimenticato, anche io vorrei dimenticare.
Non posso. Forse non devo. Ma sarebbe senza dubbio la soluzione a tutto.

Mi sono illuso di poter essere "speciale". O forse mi hanno illuso, non lo so. È strano. E non riesco a capire.
O forse sono "speciale", ma non nel modo in cui pensavo di esserlo. O nel modo in cui avrei voluto esserlo.

Dimenticare sarebbe perfetto. Ma non c'è momento della giornata che riesca a far allontanare ogni mio pensiero da ciò che desidero a tutti i costi dimenticare. Tutti l'hanno dimenticato... Io non credo di riuscirci... Non ci si può dimenticare di se stessi, in fondo.

A volte vorrei far capire agli altri come mi sento. Ma come? Non c'è alcun modo.

Inoltre, a volte penso di essere io ad aver dato troppa importanza a certe cose... In fondo, se gli altri le hanno dimenticate, è probabile che non fossero importanti per loro. Ma a quel punto mi chiedo: se queste cose, che scaturiscono da me, non sono importanti per gli altri, significa che io non sono importante per gli altri?

Quindi sì, la soluzione sarebbe dimenticare. Mi farebbe stare meglio. E io smetterei di assillare tutti quanti. Mi renderei meno odioso, probabilmente. E, probabilmente, sarei anche meno triste e depresso. Non sarei più io, insomma. Sarei un altro... Ma non voglio essere un altro.
Quindi, comunque vadano le cose, perdo. Mai un giorno, un'ora, un secondo di vittoria. Mai un istante di soddisfazione. Mai un attimo in cui poter essere felice.
Anche se... Se dimenticassi non ricorderei più com'ero. E a quel punto, sarei diverso, ma non lo saprei. Quindi, anche se non voglio essere un altro, non saprei comunque di essere un altro...

Dimenticare... Dimenticare... Dimenticare...
Dimenticare.

giovedì 19 febbraio 2009

Corollari alla Legge di Murphy

Legge di Murphy: Se qualcosa può andar male, lo farà
Ovvero: Se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi modi può
condurre a guasto o errore, allora prima o poi esso si verificherà.

I Corollario di Quasark
Le seguenti affermazioni sono equivalenti:
1) Se ti aspetti che qualcosa accada, quella non accadrà.
2) Se non ti aspetti che quel qualcosa accada, quello non accadrà lo stesso.
Dimostrazione:
1) → 2) : Ovvio.
2) → 1) : Sia vero che non ci si aspetta che accada qualcosa. Allora ci si aspetta che non ci si aspetta che accada qualcosa; di conseguenza, poiché ci si aspetta che ciò che non si aspetta accada, questo non accadrà. Da qui l'asserto.

I Teorema di Quasark:
L'Informatica non è una scienza esatta.
La dimostrazione si lascia per esercizio al lettore (Consiglio: sviluppare la dimostrazione "per assurdo" o "per induzione").
Osservazione: Come tale, l'Informatica non segue i postulati della logica. Valgono quindi i seguenti due Corollari.

I Corollario del Teorema:
Se un componente hardware o software malfunzionasse, potrebbe farlo senza alcun motivo.
Osservazione: Nonostante ciascun errore sia identificato con un codice alfanumerico (esadecimale), spesso uno stesso codice rappresenta più errori. Poiché l'insieme dei codici alfanumerici è un insieme numerabile, si può dimostrare che il numero di errori è un insieme con potenza maggiore del numerabile. Tuttavia tale dimostrazione trascende i fini di questo testo e sarà quindi lasciata ineseguita.

II Corollario del Teorema:
Se un errore o malfunzionamento viene corretto, entro 24 ore dal ritiro del calcolatore in oggetto dall'assistenza si presenterà un altro errore.

Lemma:
Il numero di errori/malfunzionamenti di un calcolatore standard P(c) (computer) è inversamente proporzionale al denaro del possessore di tale strumento.
Definizione: Sia P(c) un calcolatore standard (o canonico). Si definisce Nₑ l'intero che indica il numero di errori di P(c).
Corollario
: Ogni calcolatore possiede un numero di errori Nₑ > 0. È per questo che non esiste la ricchezza infinita.
Definizione: Sia P(c) un calcolatore standard. Si dice Nₑⁿ il numero di errori noti di P(c)
Teorema: La funzione f degli errori non noti tende ad infinito (f(x) = Nₑ - Nₑⁿ → +∞) per ogni x nell'insieme di definizione di f.
Dimostrazione:
Nₑ = kex.
Nₑⁿ = k∫0+∞
e-x²dx = k (√π) / 2
limD  f(x) = limD k(ex - (√π) / 2) =  +∞
CVD

lunedì 9 febbraio 2009

Karma

Patetico? Forse. Per chi ha letto l'ultimo mio post potrei essere sembrato un po' patetico, afflitto dal solito vittimismo, uno che si piange addosso. Beh, nulla di più sbagliato.
Quello che volevo dire, e che forse non si è capito bene, è che riconosco e ho sempre riconosciuto l'ipocrisia di certe persone. E ho sempre fatto finta di niente, o almeno ci ho provato.
Ho sentito innumerevoli volte frasi di persone che mi dicevano di farmi conoscere meglio, ed è a queste persone che probabilmente è indirizzato questo post, o almeno più che ad altre persone. Il fatto di "dire" di volermi conoscere davvero non implica necessariamente il "volermi" conoscere. E se il primo mi è stato fatto presente più e più volte, il secondo non mi è sembrato di vederlo nemmeno lontanamente.
Quindi, ripeto, patetico? Forse sì, non lo metto in dubbio. Ma anche cinico, ultimamente. E dico cinico per non utilizzare appellativi che potrebbero essere troppo volgari. Ma in fondo a chi importa se li uso o meno? Sono rivolti a me in fondo!
Arrabbiato? Sì, lo sono. Perchè? Per essere stato piuttosto ingenuo, nel credere di importare seriamente a qualcuno.
Una cosa vi auguro: che non vi sentiate mai come mi sono sentito io fino all'anno scorso. Sì, ora è passato, grazie ad altre persone. Per fortuna esistono persone più che decenti a questo mondo.
Sapete, sono piuttosto arrabbiato, anche con quella forza suprema che molti chiamano "Karma": più fai azioni positive, più gli eventi sembrano sorriderti, sempre più positivamente. Ora, non sono certamente un benefattore. Ma credo che il Karma sia in un certo senso in debito con me. O il Karma o alcune persone. Purtroppo le persone sono spessissimo guidate dall'opportunismo. Quindi mi auguro che il Karma prima o poi si ricordi di me. Dovrebbe avere già il mio nome e il mio indirizzo, da qualche parte. Io lo aspetto. Non ho un granché da fare.
Ora: quanti di voi stanno pensando in questo momento "aveva detto che non voleva fare la figura della vittima, ma è esattamente quello che sta facendo". Di nuovo: forse. Probabilmente è nella mia natura. E se non lo è, deriva da come mi sento trattato dal Karma. Ognuno, in fondo, desidera lamentarsi di quanto gli vada tutto storto. Quelli che vogliono sembrare saggi direbbero "Devi guardare alle disgrazie degli altri! Vedrai che quelle non sono nulla a confronto!". Beh, fosse facile. Vorrei vedere chiunque nella situazione di vedersi il Karma contro.
Non so, sinceramente, se tutto ciò riguardi il libro. In quel caso sarei davvero noioso (grazie, Karma, per l'ennesima ingiustizia; sempre che non mi stai facendo apparire noioso in modo da poter essere di svantaggio agli altri, ma non mi sembra un ragionamento molto logico: in tal caso, ripensaci). Eppure il mio cervello mi dice che non è quello. Forse è solo la mia parte conscia che cerca di nascondere la verità subconscia, ovvero, cerca di nascondere il fatto che dipende tutto da quel maledettissimo libro. A volte penso che sarebbe stato meglio non averlo scritto. E moltissime volte sono tentato di selezionare il file è premere Shift+Canc e Invio. Cosa mi blocca dal farlo? Forse il fatto che lo considero la mia Essenza al 100%.
Forse dovrei davvero provare a seguire un consiglio che mi venne dato qualche domenica fa: cominciare ad essere (e scusatemi la parola, ma in fondo...) un vero bastardo. In fondo, sento che comincia a riuscirmi piuttosto bene. E forse è il solo modo di dimostrare a certe persone che non esisto solo per i loro comodi.
Almeno quando ho bisogno di sfogarmi davvero, esiste questo blog. Lo so, esistono anche persone su cui posso contare, ma almeno se lo scrivo sul blog, c'è la possibilità che lo sappia la maggior parte possibile di quelli che conosco. E per la prima volta nella mia vita, vi dico, e lo penso davvero: chi se ne frega delle conseguenze!
Di nuovo,
la mia Essenza al 100%.

Aggiornamento, 14/2/2009, 0.00
Quando si dice Karma...
Mi si è mezzo scassato il pc. Accedo solo da Modalità Provvisoria, il che non è decisamente un bene. Preferirei evitarlo, ovviamente. L'enormità di tale modalità mi rende instabile psicologicamente. Ma è l'unico modo che ho per utilizzare il pc. Sono pc-dipendente. Non sono l'unico al mondo. Chiunque lo sia può capire il mio comportamento.
Ora, se qualcuno per mia pura fortuna (hahaha) leggesse questo messaggio (hahaha) può chiedere (hahaha) al Karma (hahaha) se ha il mio indirizzo (hahaha), il mio numero di telefono (hahaha), o se sa che esisto (hahahaha)? Nel caso rispondesse no ad una o a tutte queste domande, potreste comunicare le mie credenziali? Grazie.
Mi sa che c'è stato un qualche errore alla registrazione. Deve aver fatto qualche typo (errore di digitazione) o qualcosa di simile.
Alla prossima. Ovvero, quando il pc sarà di nuovo funzionante al 100%... Il che potrebbe essere tra una settimana. Se poi dovesse essere irrimediabilmente irreparabile, potrebbero anche trascorrere secoli (a meno che Karma non si svegli... hahaha...)
Con molto affettato,
(Mangio per dimenticare)
Dr. Jekyll

domenica 8 febbraio 2009

Il Perché e l'Essenza al 100%.

È ormai trascorso un mese dall'ultimo post. Non so esattamente come mi sento. Felice? Forse. Triste? Anche. Scocciato? Molto. Stanco? Sempre. Stufo? Quanto mai. Desideroso di risposte? Ovviamente! Ma anche con la voglia di fare le domande giuste.
Dicevo: un mese dall'ultimo post. Di che parlava? Ah sì! Anzi... Cos'era? Ah già. Ho finito di scrivere. Sì, ma cosa? Dunque... Fatemi controllare... "208 pagine di qu...". Ah! Sì, già... Me ne ero dimenticato. Ho scritto un libro di recente. La vecchiaia (o meglio, i 20 anni) deve avremi portato una strana forma di Alzheimer.
Un evento tanto importante per me che è rimasto così, in sordina, inascoltato. Allora mi sono posto la più bella di tutte le domande che la nostra lingua ci permette di porre: "Perché?". Eh già. È questa la domanda migliore. Ne ho discusso poco tempo fa con una persona, con un amico. E siamo entrambi giunti ad una conclusione: "La domanda da porre è "Perché?". Infatti, i "Come?" sono richiesti alla scienza, i "Quando?" alla storia, i "Cosa?" ai curiosi."
Ed è vero, maledizione! Tutti si fermano al cosa! Nessuno riesce davvero a cogliere il motivo degli eventi!
Quando ci si trova davanti ad un problema, la gente che ti sta intorno in genere ti dice: "Dai, su. Tirati su! È un problema come gli altri! Si risolverà!". Il vero ostacolo a tutto ciò è che non si può risolvere il problema fermandosi al "Cosa". Sapete, quando si vanno a raccogliere i funghi, in genere si tagliano alla base, lasciando nel terreno le radici, in quanto il fungo da esse possa ricrescere. E così sono i problemi. Se li risolvi e basta, dopo un po' si riformano, ritornano, anche più problematici di prima. I problemi vanno risolti alla radice! E come si trova la radice? Scavando! E l'unica arma che ci viene data per scavare è questa bellissima domanda: "Perché?".
Detto questo, ricominciamo da capo. Perché è rimasto tutto inascoltato? Ah, potessi saperlo. So solo che tutti hanno detto "Beh, ora non ho esattamente tempo, ma più avanti lo farò". E ci sta bene. Non pretendo che tutti abbiano un po' di tempo da dedicarmi, no? In fondo COSA avrò fatto di speciale? Ho scritto un libricino, lì, insignificante.
Ecco l'errore. Nessuno, e ripeto nessuno, si è chiesto PERCHÉ ho hatto quello che ho fatto. E visto che nessuno continua a porsi quella domanda, ho pensato che sarebbe stato perfetto se fossi stato io a dare quella motivazione, in quanto se nessuno si è posto la giusta domanda, figuriamoci quanti possano essere riusciti a trovare la giusta risposta.
Immagino che molti ritengano che ho scritto per trovare qualcosa di cui "vantarmi", per trovare qualcosa che ero capace a fare. Non è esattamente sbagliato. Ma perché ho avuto questo desiderio? Perché avevo bisogno di attirare un po' l'attenzione su di me. Perché? Perché mi sentivo in una condizione tale per cui ero convinto che la gente parlasse con me solo perché avevano bisogno di me. Una volta terminata la mia funzione di "secchione di servizio", sarei stato dimenticato completamente. Questa era la mia paura.
In ogni caso, stava per cominciare il quinto anno di liceo. L'ultimo anno. Era ormai palese che quasi nessuno mi avesse mai conosciuto veramente. Colpa mia, lo ammetto. Non posso non ammettere di essere sempre stato dentro quel mio guscio a cui molti hanno fatto riferimento per anni. Ma, ancora una volta mi chiedo: Perché? Forse è nel mio carattere, non lo so. Questo è uno degli interrogativi che mi pongo tutt'ora, anche in questo preciso istante, senza tuttavia trovare una risposta.
Comunque in qualche modo dovevo, o meglio, volevo farmi conoscere. Ma un anno mi sembrava troppo poco. Sapevo che non ce l'avrei mai fatta. E non per il tempo, ma per il mio modo di essere: non sarei mai riuscito a tirare fuori di me la mia essenza al 100%, e in più in così poco tempo. Ma avevo il disperato bisogno di far conoscere questa mia essenza. E il 30 Settembre 2007 arrivò la soluzione a questo mio "problema". Un libro. In fondo, con un libro potevo raccontare allo stesso tempo una storia e me stesso, i miei stati d'animo, la mia vera essenza al 100%! Era perfetto.
Alcuni sanno che la trama, tranne per qualche modifica, è stata elaborata tutta in un giorno: l'idea del "mezzo" era probabilmente stata così potente da far scaturire dal mio cervello la scintilla fantasiosa necessaria per poter elaborare una storia, magari non la migliore che sarebbe mai stata creata, ma la storia più simile alla mia vera ed unica essenza.
Una delle poche cose che spero di essere riuscito a trasmettere è l'importanza che do all'amicizia. Credo non ci sia nulla di più forte. Molti, ovviamente, considerano l'amore ancora più forte dell'amicizia. Purtroppo non credo, nella mia vita, di aver mai conosciuto il vero amore per poter paragonare questo sentimento a quello dell'amicizia. In questo campo, parlo sicuramente da ignorante. Tuttavia dell'amicizia penso di saperne qualcosa. Ed è questo qualcosa che volevo trasmettere attraverso le parole del mio libro. Ma il mio dilemma ora è il seguente: sono davvero riuscito a trasmettere ciò che volevo? Non lo so. Perché non lo so? Perché purtroppo nessuno ha il tempo di leggere il libro che rappresenta la mia essenza al 100%.
La domanda successiva è: Perché nessuno ha tempo? Magari lo sapessi. Magari davvero il Tempo è tiranno. "Quando l'uomo non può scegliere, è il Tempo a farlo, al suo posto": ed è inutile che cerchiate chi possa aver detto una cosa simile. Non perché non lo troverete, ma non ha senso cercare qualcosa quando la risposta è davanti ai vostri occhi. E ci sono tante altre frasi, situazioni, miei pensieri che sono lì, all'interno del mio libro, all'interno della mia essenza, che desidererei davvero che leggeste. Non per farmi un favore, ma semplicemente per dimostrarmi che davvero volete conoscere la mia essenza al 100%.
E chi se ne frega del Tempo! La vita è breve e il Signore ce ne ha donata una sola. Se dobbiamo viverla pienamente, niente e nessuno ce lo deve impedire. Dobbiamo scegliere noi, sempre. Non il Tempo, anche se è lui ad avere la presunzione di controllarci.
Se poi la frase "non ho tempo" è stata detta solo per farmi tacere, o per illudermi, allora non importa: vuol dire semplicemente che chiunque l'abbia detta non vuole conoscermi come aveva detto o che pensa di conoscermi abbastanza bene da aver capito tutto questo prima di averlo letto.
Non mi aspetto che qualcuno legga il libro dopo aver letto questo lungo, e a tratti noioso, post, giusto per farmi contento. Perché non è questo il motivo per cui leggerlo. E se questo non l'avete capito, e ci tenete davvero a capirlo, beh, provate a rileggere tutto questo.
E ricordate: la domanda è "Perché?".
A presto.
La mia essenza al 100%.

lunedì 5 gennaio 2009

208 pagine di... Qualcosa

Non so quanti se ne ricordano, quanti lo sappiano, a quanti interessi davvero.
In ogni caso, 462 giorni fa ho cominciato il mio Progetto. 431 giorni fa ho annunciato cosa fosse. 323 giorni fa ho reso noto il titolo e il primo capitolo.
Oggi scrivo solo per dire che la prima stesura è finalmente completa. Ho scritto tutto, e quando dico tutto intendo dire proprio tutto. Forse anche troppo.
Non so ancora come sarà, se piacerà alla gente. Forse no, come immagino. In fondo, cosa posso aspettarmi da un misero libro di 208 pagine, il primo che io abbia mai scritto. Però, se dovesse piacere, sarebbe una soddisfazione extra.
Non posso obbligare nessuno a leggere (esiste il libero arbitrio, per fortuna). Non mi aspetto che molti, nonostante promesse o simili, leggano. È molto probabile che non leggerà nessuno, in verità, se non qualche pazzo dotato di tempo da perdere.
Quello che so è che, in verità, a me piace. Sì, mi piace, ne sono convinto. Forse è questo l'importante, che piaccia a me.
Voglio solo aggiungere che quest'avventura, lunga 462 giorni (sempre che io non abbia sbagliato i calcoli), è stata fantastica. Ricca di emozioni, vecchie ma, per la maggior parte, nuove.
Ora non so cosa accadrà. O meglio, sì, lo so. Mi aspetta una lunga rilettura, colmare i buchi, evitare ripetizioni, far attenzione ad aver risolto tutte le questioni che andavano risolte. Ci vorrà ancora del tempo. Ma presto, chi vorrà, potrà leggere il risultato finale di questo lunghissimo periodo di lavoro. 1 anno, 3 mesi, 5 giorni. 30/9/2007 - 4/1/2008. Fateli meglio voi i conti, se ci tenete. A me bastano queste due date. L'inizio e la fine.
Finalmente sono riuscito a terminare qualcosa. Per la prima volta.
Ce l'ho fatta, e per questo devo ringraziare solo me stesso. Avrò l'occasione di ringraziare anche qualcun altro. Ma non è questo il momento. Modestia a parte, questo è il mio giorno. E tale deve rimanere.

C³, 208 pagine, 23 capitoli.