I NOMI DEGLI “EROI”
Sin dall'ideazione del racconto mi sono posto l'interrogativo di nomi e cognomi per i personaggi principali (almeno per loro). Mi sono accorto di quanto fosse complicato non solo scegliere dei nomi, ma anche dei cognomi. Ci vuole una fantasia enorme (pensate che fantasia c'è voluta per “Eckseylon”) che però può essere aiutata se si accosta alla fantasia la scelta di uno schema, di un percorso ben preciso.
Così nacque l'idea di dare ai personaggi dei nomi legati agli elementi naturali: in fondo erano quattro e, insieme, potevano equilibrarsi a vicenda.
Fu così che mi vennero in mente, subito, 3 nomi: Wendy (da “wind”, vento), Walter (da “water”, acqua) e, da un ragionamento più complicato, Pierce (Pierce l'ho preso come variazione di “fierce”, feroce, selvaggio, che potrebbe ricordare “fire”, fuoco). Tuttavia non avevo idea di come creare un nome dal quarto elemento, la terra (“earth”) e, come se non bastasse, i nomi risultavano troppo artificiosi e poco significativi in sé.
Decisi così di scegliere dei nomi provvisori, che avrei sostituito poi, in seguito, con i nomi definitivi. Senza troppi sforzi individuai quattro nomi interessanti (indovinate da dove...). Assegnai un nome ad ogni personaggio e mi accorsi che effettivamente erano appropriati. Non erano nomi troppo “elevati”, erano nomi più o meno comuni, che tutti almeno una volta nella vita hanno sentito. Fu così che i nomi provvisori divennero i nomi definitivi che avete trovato nel primo capitolo: Ben, John, Charlie e Penny.
Il problema, ora, era quello di “inventarsi” dei cognomi. Così, in classe, mi misi a sfogliare l'elenco alfabetico dei nomi degli autori inglesi dal 1700 a oggi. Qualcosa saltò fuori, come Hawthorne (autore che, poi ho scoperto, scrisse “La Lettera Scarlatta”) e Faulkner (autore un po' meno famoso, che scrisse opere che solo Wikipedia ricorda...). E mi ritornò in mente l'idea iniziale dei 4 elementi: “hawthorn”, in inglese, è il biancospino, pianta che collegai immediatamente con la terra; “Faulkner” l'ho inteso, ovviamente, come variazione di “falconer”, il falconiere. Rimanevano solo due elementi, l'acqua e il fuoco. Per il fuoco, con poche esitazioni, scelsi Flaming (“fiammeggiante”, "ardente"), anche perché mi ricorda Fleming, lo scienziato. La scelta dell'ultimo cognome si è risolta solo di recente con Sternling (“stern” è la parte posteriore della nave, la poppa) dopo lunghissimi e numerosissimi ripensamenti.
Avevo quindi i miei quattro nomi e cognomi. Benjamin Faulkner, per l'aria; Johnathan Hawthorne per la terra; Charles Flaming per il fuoco (era lui Pierce; l'ho sempre visto una testa “calda”) e Penelope Sternling, ovviamente per l'acqua. L'ultimo cognome sarà un po' artificioso, ma, se guardate bene, potrete notare un piccolo gioco di parole: vi dicono niente “Penny” e “Sterling”? Se non sbaglio era lei la “ricca”, no? ;).
E questo è tutto.
Vi ricordo che sabato, su questo blog, potrete leggere il Capitolo 2. Con questo vi saluto.
Ciao.
Hasta la vista.
That's all folks!