domenica 8 febbraio 2009

Il Perché e l'Essenza al 100%.

È ormai trascorso un mese dall'ultimo post. Non so esattamente come mi sento. Felice? Forse. Triste? Anche. Scocciato? Molto. Stanco? Sempre. Stufo? Quanto mai. Desideroso di risposte? Ovviamente! Ma anche con la voglia di fare le domande giuste.
Dicevo: un mese dall'ultimo post. Di che parlava? Ah sì! Anzi... Cos'era? Ah già. Ho finito di scrivere. Sì, ma cosa? Dunque... Fatemi controllare... "208 pagine di qu...". Ah! Sì, già... Me ne ero dimenticato. Ho scritto un libro di recente. La vecchiaia (o meglio, i 20 anni) deve avremi portato una strana forma di Alzheimer.
Un evento tanto importante per me che è rimasto così, in sordina, inascoltato. Allora mi sono posto la più bella di tutte le domande che la nostra lingua ci permette di porre: "Perché?". Eh già. È questa la domanda migliore. Ne ho discusso poco tempo fa con una persona, con un amico. E siamo entrambi giunti ad una conclusione: "La domanda da porre è "Perché?". Infatti, i "Come?" sono richiesti alla scienza, i "Quando?" alla storia, i "Cosa?" ai curiosi."
Ed è vero, maledizione! Tutti si fermano al cosa! Nessuno riesce davvero a cogliere il motivo degli eventi!
Quando ci si trova davanti ad un problema, la gente che ti sta intorno in genere ti dice: "Dai, su. Tirati su! È un problema come gli altri! Si risolverà!". Il vero ostacolo a tutto ciò è che non si può risolvere il problema fermandosi al "Cosa". Sapete, quando si vanno a raccogliere i funghi, in genere si tagliano alla base, lasciando nel terreno le radici, in quanto il fungo da esse possa ricrescere. E così sono i problemi. Se li risolvi e basta, dopo un po' si riformano, ritornano, anche più problematici di prima. I problemi vanno risolti alla radice! E come si trova la radice? Scavando! E l'unica arma che ci viene data per scavare è questa bellissima domanda: "Perché?".
Detto questo, ricominciamo da capo. Perché è rimasto tutto inascoltato? Ah, potessi saperlo. So solo che tutti hanno detto "Beh, ora non ho esattamente tempo, ma più avanti lo farò". E ci sta bene. Non pretendo che tutti abbiano un po' di tempo da dedicarmi, no? In fondo COSA avrò fatto di speciale? Ho scritto un libricino, lì, insignificante.
Ecco l'errore. Nessuno, e ripeto nessuno, si è chiesto PERCHÉ ho hatto quello che ho fatto. E visto che nessuno continua a porsi quella domanda, ho pensato che sarebbe stato perfetto se fossi stato io a dare quella motivazione, in quanto se nessuno si è posto la giusta domanda, figuriamoci quanti possano essere riusciti a trovare la giusta risposta.
Immagino che molti ritengano che ho scritto per trovare qualcosa di cui "vantarmi", per trovare qualcosa che ero capace a fare. Non è esattamente sbagliato. Ma perché ho avuto questo desiderio? Perché avevo bisogno di attirare un po' l'attenzione su di me. Perché? Perché mi sentivo in una condizione tale per cui ero convinto che la gente parlasse con me solo perché avevano bisogno di me. Una volta terminata la mia funzione di "secchione di servizio", sarei stato dimenticato completamente. Questa era la mia paura.
In ogni caso, stava per cominciare il quinto anno di liceo. L'ultimo anno. Era ormai palese che quasi nessuno mi avesse mai conosciuto veramente. Colpa mia, lo ammetto. Non posso non ammettere di essere sempre stato dentro quel mio guscio a cui molti hanno fatto riferimento per anni. Ma, ancora una volta mi chiedo: Perché? Forse è nel mio carattere, non lo so. Questo è uno degli interrogativi che mi pongo tutt'ora, anche in questo preciso istante, senza tuttavia trovare una risposta.
Comunque in qualche modo dovevo, o meglio, volevo farmi conoscere. Ma un anno mi sembrava troppo poco. Sapevo che non ce l'avrei mai fatta. E non per il tempo, ma per il mio modo di essere: non sarei mai riuscito a tirare fuori di me la mia essenza al 100%, e in più in così poco tempo. Ma avevo il disperato bisogno di far conoscere questa mia essenza. E il 30 Settembre 2007 arrivò la soluzione a questo mio "problema". Un libro. In fondo, con un libro potevo raccontare allo stesso tempo una storia e me stesso, i miei stati d'animo, la mia vera essenza al 100%! Era perfetto.
Alcuni sanno che la trama, tranne per qualche modifica, è stata elaborata tutta in un giorno: l'idea del "mezzo" era probabilmente stata così potente da far scaturire dal mio cervello la scintilla fantasiosa necessaria per poter elaborare una storia, magari non la migliore che sarebbe mai stata creata, ma la storia più simile alla mia vera ed unica essenza.
Una delle poche cose che spero di essere riuscito a trasmettere è l'importanza che do all'amicizia. Credo non ci sia nulla di più forte. Molti, ovviamente, considerano l'amore ancora più forte dell'amicizia. Purtroppo non credo, nella mia vita, di aver mai conosciuto il vero amore per poter paragonare questo sentimento a quello dell'amicizia. In questo campo, parlo sicuramente da ignorante. Tuttavia dell'amicizia penso di saperne qualcosa. Ed è questo qualcosa che volevo trasmettere attraverso le parole del mio libro. Ma il mio dilemma ora è il seguente: sono davvero riuscito a trasmettere ciò che volevo? Non lo so. Perché non lo so? Perché purtroppo nessuno ha il tempo di leggere il libro che rappresenta la mia essenza al 100%.
La domanda successiva è: Perché nessuno ha tempo? Magari lo sapessi. Magari davvero il Tempo è tiranno. "Quando l'uomo non può scegliere, è il Tempo a farlo, al suo posto": ed è inutile che cerchiate chi possa aver detto una cosa simile. Non perché non lo troverete, ma non ha senso cercare qualcosa quando la risposta è davanti ai vostri occhi. E ci sono tante altre frasi, situazioni, miei pensieri che sono lì, all'interno del mio libro, all'interno della mia essenza, che desidererei davvero che leggeste. Non per farmi un favore, ma semplicemente per dimostrarmi che davvero volete conoscere la mia essenza al 100%.
E chi se ne frega del Tempo! La vita è breve e il Signore ce ne ha donata una sola. Se dobbiamo viverla pienamente, niente e nessuno ce lo deve impedire. Dobbiamo scegliere noi, sempre. Non il Tempo, anche se è lui ad avere la presunzione di controllarci.
Se poi la frase "non ho tempo" è stata detta solo per farmi tacere, o per illudermi, allora non importa: vuol dire semplicemente che chiunque l'abbia detta non vuole conoscermi come aveva detto o che pensa di conoscermi abbastanza bene da aver capito tutto questo prima di averlo letto.
Non mi aspetto che qualcuno legga il libro dopo aver letto questo lungo, e a tratti noioso, post, giusto per farmi contento. Perché non è questo il motivo per cui leggerlo. E se questo non l'avete capito, e ci tenete davvero a capirlo, beh, provate a rileggere tutto questo.
E ricordate: la domanda è "Perché?".
A presto.
La mia essenza al 100%.

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