venerdì 23 dicembre 2011

Uno sguardo al 2011

Sì, lo so, i post di questo tipo sono un po' lame come dicono gli inglesi. Ma avevo voglia di scriverlo, e quindi lo scrivo.
Devo dire che, per quanto mi riguarda, quest'anno è stato segnato da alcune novità, magari non tantissime, ma, senza dubbio, sono state, per me, nel bene o nel male, di grande valore.

Prima cosa: sono diventato zio per la seconda volta.
Avere un bambino che gira per casa può sembrare una scocciatura, ogni tanto, ma in fondo non lo è. Soprattutto quando questo bambino, ogni volta che ti guarda, ti sorride. E non importa quali siano i pensieri che si hanno per la testa: guardando il sorriso di quel bambino capisci che, in fondo, qualcosa per cui sorridere c'è sempre, per quanto irrazionale possa essere la cosa per cui si sorride. E quindi sorridiamo, così come sorriderebbe un bambino, anche senza motivo. Perché un giorno non sorrideremo più e rimpiangeremo i giorni in cui non abbiamo sorriso.

Il 2011, per quanto mi riguarda, è stato anche un anno di traguardi.
Da più di nove mesi sono traduttore per il sito di fan-subbing italiansubs.net. È stato un traguardo e lo è continuamente, ad ogni nuova traduzione; grazie all'onore concessomi di contruibuire alla traduzione delle serie che amo - perché è davvero un onore, per me, lavorare in questa fantastica community - ho dimostrato a me stesso di conoscere l'inglese ad un livello che non considero altissimo ma forse medio-alto. O forse è l'italiano medio che conosce male l'inglese, e non lo conosce affatto... Chissà... E ogni episodio tradotto è una sfida sempre diversa, con termini sempre nuovi, emozioni sempre nuove (anche se quelle dipendono più dall'episodio) e tutte quelle cose che, una persona che non è in quel mondo, non può capire quanto siano fantastiche. E poi le persone: ne ho conosciute alcune dal vivo, altre magari solo via chat, ma sono tutte persone fantastiche con cui condivido molte passioni. Far parte di ItaSA è divertente e stimolante grazie anche a queste persone.

Un altro traguardo di cui vado fiero è l'aver, finalmente, ricominciato a scrivere. Certo, molto a rilento, ma la mia opera sta prendendo forma. Non voglio rivelare troppo, soprattutto per scaramanzia, ma quello che voglio e posso dire è che si tratta di una potenziale serie in almeno 9 episodi di cui ne ho già scritti 3. Dirò inoltre che la serie si chiama RE, tutto maiuscolo. E dirò anche che scriverla è spesso difficile, ma spesso mi piace anche da matti.

Ma i traguardi e i trionfi non arrivano mai soli. I fallimenti sono sempre dietro l'angolo.
Per vari motivi che non voglio spiegare in questa sede, non sono riuscito a laurearmi come avevo previsto. Non è un grandissimo fallimento, si potrebbe pensare. Certo, non lo è. Se non siete me.
Ognuno di noi ha le proprie priorità. E tra le mie spicca lo studio. Il non essere riuscito a laurearmi mi ha un po' abbattuto. E questo abbattimento si fa sentire soprattutto quando vedi tante persone attorno a te, tuoi coetanei, che si laureano mentre tu "rimani indietro". Certo, questo non mi rende una persona meno meritevole o uno studente meno capace di loro. Almeno, credo. Ed è vero che non sto studiando Scienze delle Brioches, ma comunque il momento in cui ho compreso di non essere riuscito a terminare il triennio quest'anno, ovvero di non essere riuscito a raggiungere il mio traguardo, per me è stato difficile da superare.

Voglio comunque approfittare di questo spazio per fare le mie più sentite congratulazioni a tutti coloro che, in questi ultimi mesi, sono riusciti a laurearsi. Non farò nomi perché, sono certo, mi dimenticherò di qualcuno, quindi andrò avanti così, per non fare torti a nessuno. Comunque, cari amici Dottori aspettatemi: tra pochi mesi arriverò anche io!

Passiamo ora agli stati d'animo, e quindi, a me.
È stato un anno senz'altro meditativo, e l'avvicinarsi della fine mi ha fatto riflettere, oltre che a quest'anno, anche agli anni passati. E a tal proposito ho capito una cosa: chiedere perdono è facile; ammettere a sé stessi di aver sbagliato è difficile; capire che, comunque vada, rifaresti quell'errore è straordinariamente e magnificamente umano.
E quest'anno è stato anche all'insegna del motto #foreveralone. Perché a volte, nonostante siamo completamente circondati da persone care, non possiamo fare a meno di notare quanto soli siamo e come, in fondo, forse, ci sia poco da fare a proposito se non reagire in qualche modo. Non che sia semplice, ma forse reagire è davvero l'unica possibilità.
Passiamo ora all'ultima riflessione dell'anno. Ricollegandomi al punto precedente, io direi che ognuno di noi ha bisogno, nella propria vita, di almeno tre persone: un allenatore, un fan ed un compagno di squadra. Il primo che ti possa dire dove sbagli e che possa correggere il tuo stile di gioco, nonostante sia umano e quindi nonostante anche lui possa sbagliare; il secondo che ti faccia sentire bene per quello che fai, perché adora come giochi; il terzo, che ti stia vicino qualunque cosa accada e che condivida con te gioie e dolori della partita. Ma, al contrario, dobbiamo ricordarci che anche noi possiamo essere allenatori, fan e compagni di squadra di qualcun altro, e quindi, in questo modo, potremo anche noi contribuire alla felicità di qualcun altro. Non dimentichiamolo. Mai.

Voglio concludere questo post augurando a tutti coloro che lo leggeranno un Buon Natale - o comunque, Buona Festività, qualunque sia la vostra fede - ed un felice inizio di Anno Nuovo.

A presto!
Namaste.

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