martedì 25 gennaio 2011

Il Tempo passa e le cose cambiano.

Trovo tremendamente vera questa frase, che è radicata nella mia memoria sin dagli anni della scuola elementare. Ogni cosa, per quanto immutabile possa sembrare, cambia nel tempo. Ma la cosa che trovo più interessante è che ci accorgiamo del mutare delle cose in un periodo speciale: spesso, infatti, le riflessioni sul Tempo vengono fatte in prossimità del proprio compleanno.

Comunque un altro anno è trascorso, e le cose sono cambiate di nuovo. Ma non cambiano in modo repentino ed improvviso, si evolvono lentamente e continuamente. Eppure le differenze si notano. Se non dividessimo il tempo in intervalli più o meno comodi, come il secondo, l'ora, il giorno, l'anno, ci accorgeremmo comunque di tutto questo mutare delle cose?

È un bel dilemma.
Pensiamo anche a questo: la nostra vita è divisa in anni. E noi festeggiamo il compleanno ogni qual volta il nostro pianeta percorre una rivoluzione, quindi un giro, attorno al Sole. Quindi, l'anno è solo una convenzione sociale, niente di più, si potrebbe pensare. Ma senza questa convenzione sociale, tutto ciò che siamo stati, lo ricorderemmo? Se non ci fosse quel giorno in cui ci fermiamo a riflettere del tempo passato, del presente, e degli eventi futuri, potremmo mai capire tutta la strada che abbiamo fatto per arrivare dove siamo ora?

Probabilmente no: è il vantaggio di un tempo pseudo-circolare quello di poter festeggiare, in qualche modo, l'aver fatto un giro completo. Certo, secondo la stessa logica dovremmo festeggiare anche la mezzanotte di ogni giorno qualunque, ma il giorno è così comune... E non viviamo sufficientemente a lungo per poter vedere un giro completo attorno al centro della Galassia. Quindi sì, sebbene sia una convenzione sociale, il compleanno, o meglio, l'anno, è l'unica misura significativa che scandisce il tempo della nostra vita.

Ma se è comunque una convenzione sociale, perché festeggiarlo? Forse appunto per ricordare chi eravamo e per renderci conto di chi siamo adesso. Festeggiamo il cambiamento, in bene o in male, non nel giorno in cui è avvenuto il mutamento, ma nel giorno in cui ce ne ricordiamo. Perché in fondo, il Tempo è il mutare, il divenire delle cose.

Che io sia cambiato, quindi, è palese.
E gli altri? Beh, anche le altre persone cambiano, mi sembra ovvio.
Proprio oggi, cercavo su Facebook alcuni dei miei amici delle elementari e delle medie. Ed è appunto sintomatico di ciò che dicevo prima: una persona riflette sul Tempo soprattutto quando si avvicina il suo compleanno.
Di questi amici, ne ho trovati alcuni - e sono cambiati parecchio, anche solo nell'aspetto - ma non ho avuto il coraggio di "chiedere l'amicizia". Ho come il terrore che sia passato così tanto tempo e che siamo cambiati, sia loro che me, così tanto che forse sarebbe fuori luogo qualsiasi forma di contatto (ma forse sono solo un mare di paranoie!). Perché in effetti sì, abbiamo tutti paura del cambiamento, ma in fondo il cambiamento è una qualità radicata nelle cose, solo per il fatto che esiste il Tempo. Chiunque cerchi di trovare qualcosa, nella propria vita, che non cambi mai, è forse un illuso.

O forse no: magari esistono delle Costanti, un po' a la Lost, dove per sopravvivere ai viaggi temporali, Desmond è stato costretto a trovare una Costante, qualcosa - o qualcuno - a cui teneva particolarmente sia nel passato che nel presente.
Ma se queste Costanti esistono, allora devono essere al di fuori del Tempo. Cos'è, quindi, se esiste, quel qualcosa, o quel qualcuno, che esiste sempre, e che non è affetto dallo scorrere del Tempo? Se è vero che "Il Tempo passa e le cose cambiano", ha senso qualcosa di immutabile?

Non lo so. Ci devo pensare ancora un po'. Voi che ne pensate?
Nel frattempo, tanti auguri a me. Finito l'anno 22, si comincia il 23.
Namaste.

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